CONSENSO e PARTECIPAZIONE: conversazione con un amico

Carissimi,

Per quanto riguarda il moderatore esterno io lascerei perdere, soprattutto se gli altri non si sono ancora dichiarati favorevoli.
Credo che l'intrusione di un esterno possa inibire o rendere ancora meno partecipata la discussione, che secondo me deve restare a livello di una chiacchierata fra amici. Le opinioni sul che fare(?) devono fluire spontanee e appassionate, devono dare la misura della differenza e divergenza, nonche' delle possibili convergenze.

Solo cosi' infatti si potrebbe riuscire a costruire qualcosa di valido e partecipativo, ma non deve essere un dramma se tutte queste chiacchiere si dovessero concludere con un nulla di fatto: amici come prima, anzi piu' di prima.

E' per questo che penso che il moderatore deve essere uno di noi e xxxxxx resta il mio candidato. Gli suggerisco di organizzare gia' le domande in maniera evolutiva concedendo un tempo preciso e limitato per le risposte (compresa la sua).
Dovra' inoltre proibire ed evitare le interruzioni, evitare o tenere a freno gli eccessi verbali dei piu' agitati e tenere conto dell'evoluzione del dibattito per 60 minuti.

Le valutazioni circa le possibilita' di giungere ad una conclusione unitaria, come sulla possibilita' di giungere alla costruzione di un gruppo omogeneo che lavora insieme su un progetto comune non possono essere delegate o lasciate ad un moderatore esterno, come non possono essere lasciate solo a xxxxxxx.

Buona notte a tutti.


LA MIA REPLICA

Spontanee e appassionate? Come l'altra volta? Ma si, una bella chiacchierata tra amici. Porto io i tarallucci e il vino...

"L'intrusione di un esterno possa inibire" ? In che senso? I piu' agitati? Il facilitatore non e' un maestro di scuola che fa la lista dei buoni e dei cattivi ma un professionista che crea le condizioni migliori per aumentare la partecipazione. Ti posso consigliare di leggere qualche articolo da questo sito?
http://www.iaf-world.org/i4a/pages/index.cfm?pageid=1

Il gruppo non sta preparando una chiacchierata fra amici. Guarda che per la maggior parte dei partecipanti - me incluso - gli altri membri sono qualsi estranei, visti una volta o due. Forse parli per te. E gli altri?

"XXXXXX resta il mio candidato": quando non siamo d'accordo - perche e' evidente che non lo siamo - scatta subito il meccanismo del voto invece di quello della ricerca del consenso. Perche? Non so se ho ragione e credo che ognuno abbia un pezzo di verita'. Io non sono interessato ad avere ragione, solo ad esplorare insieme quale sia la cosa piu' giusta.

Ho fiducia. Ma devo dirti che trovo ridicolo - a 3000 km di distanza - continuare questo modello "conflittuale" a colpi di mozioni e di "votazioni - muro contro muro" con lo spettro dello scioglimento, visto che metti sempre in dubbio "la possibilita' di giungere ad una conclusione unitaria".

Io sono per il dialogo. Un gruppo di 10 persone che condividono la stesse idee politiche che vivono a Washington, che hanno un minimo di buon senso e di buona educazione, possono mettersi d'accordo.

XXXXXX e' il mio candidato? Credevo fosse una conversazione... tra amici. Ma non c'e bisogno del voto: visto che XXXXXX si e' offeso, il facilitatore non l'ho piu' chiamato.

Adriano Pianesi


CONTRO REPLICA

Caro Adriano,

voglio rispondere alla tua "provocazione" non solo per la piccola divergenza d'opinione sul moderatore/facilitatore, ma soprattuto per informarti che ho recepito il tuo messaggio, nonche' per darti il segnale piu' chiaro possibile che ho capito benissimo la tua decisione e volonta' di fare del tutto per far funzionare il nostro gruppo.

Tuttavia, credo che il facilitatore non possa fare molto per favorire l'amicizia e per far maturare il consenso, soprattutto se qualcuno ritenesse che non e' il caso di accettare mediazioni e compromessi.

Al nostro livello il consenso deve arrivare spontaneo. Inoltre, ognuno e' libero pensare e decidere su cosa vuole fare. E, noi, soprattutto in questo caso, dovremmo rispettare chi non vuole o non se la sente di aderire ad un'iniziativa di cui non e' convinto.

Un abbraccio.

RISPOSTA ALLA CONTRO REPLICA

Carissimo;
Grazie della tua mail. Si, la pensiamo diversamente. Hai visitato il sito che ti ho mandato?
Il facilitatore non ha il compito di "favorire l'amicizia" (ma a mio avviso l'amicizia in un meeting non c'entra. E' come fare un business con un amico: o finisce l'amicizia o il business!).

A mio pare il consenso non e' dato una volta per tutte. Io credo che chiarendo le ipotesi e i fatti, le esperienze di ognuno sia possibile arrivare - se non a cambiare opinione - a capire le prospettive di chi non la pensa come me. Credo che questo crea le condizioni per trovare un accordo.

"Al nostro livello il consenso deve arrivare spontaneo." Questo io non l'ho mai sperimentato nella mia vita. Mi piacerebbe saperne di piu' della tua esperienza di CONSENSO SPONTANEO.
Nel nostro gruppo ho notato che tutti hanno un’opinione su tutto - prima di cominciare a parlare - che ritengono la piu’ giusta. Un'altro modo di chiamarlo e' PREGIUDIZIO. Ho notato pure molta diffidenza.

Il rispetto di chi vuole uscire o la liberta' di farlo non e' mai stato in dubbio. Lo e' il "come" creare le condizioni perche' questo non succeda:
A tuo parere non abbiamo modo di influire ed il risultato puo’ essere l’uscita di alcuni.
A mio parere invece si puo’ evitare l’uscita attraverso lavoro di gruppo produttivo e strutturato che mantenga il paradosso della maggiore struttura possibile per creare ...spontaneita'.

Scusami per la lunga mail.
In spirito di collaborazione

Adriano Pianesi